Quel che cercavano nel sesso, gli amanti dipinti da Roberta, nel sesso non l’hanno trovato: non ce n’è uno che after sex guardi con gratitudine o semplicemente guardi l’amante. Guardano il “riguardante”, avrebbe detto Barthes: guardano noi. Ci dicono con uno sguardo che la coppia non basta, che il sesso non basta, forse basterebbe l’amore, a conoscerlo…
Forse in quest’epoca di consumistica bulimia ciò che davvero manca è vivere qualcosa sottratto al consumo: per certo all’umanità di questi quadri l’esperimento non è nemmeno lontanamente riuscito.
Trucchi pesanti e tette in fuori le donne e villosa virilità un tanto al chilo i maschi, che però a parte i peli di virile paiono avere niente, se per virile si intende da prendere sul serio, tanto assomigliano a disincantati e colorati clown di un mondo di interni borghesi cui è estraneo tutto, a parte uno sguardo di impotente invidia su chi è capace di provare ancora qualcosa.
Abbiamo L’orsacchiotta, sorta di corpulenta Betty Boop in biondo con due capezzoli ciliegia malcelati da una sottana rosa ed un ombretto azzurro cielo come il materassino su cui giace un uomo che chissà se è riuscito ad appagarla: non sembrerebbe… l’“orsacchiota” ci rivolge uno sguardo un po’ troppo inistito per crederlo.
Abbiamo Pelliccia, che sembra uscito da un racconto di Vitaliano Brancati ad affascinare represse e zitellissime professoresse di francese tra un bicchierino di Rosolio e una fetta di cassata.
Abbiamo chi sottostà alla femmina davvero in tutto e per tutto, fino a replicarne con la capigliatura e di sotto il fitto pube (il titolo è Pettinatura alla moda).
Abbiamo colui che ha dato e non ne ha più e che gli cadono pure gli occhiali a sentire quella sorta di inconsapevole intimidazione giungente da due gambe irrequiete alle spalle: «Vieni!».
Abbiamo Farfallina, sorta di Olympia di Manet in versione ginger cui nessuna serva di colore porge fiori ma che è probabile sia mistress del nero sorridente dabbasso stagliato sopra un fondale a farfalline blu che paiono matissiani gouaches découpès stufi di lusso, calma e voluttà. “Che due palle di tutto”, insomma: il califfanesco “Tutto il resto è noia”per capirci.
Abbiamo i bigodini delle nostre mamme anni ’60 cui qualche galante impudente ha donato una carminia rosa e abbiamo la Sex bomb platinata troneggiante a intimorire ciò che è rimasto del maschio cisgender: “Liberi tutti”, il piacere è servito. L’amore, un po’ meno.
Anche l’accadamismo è in briciole al desco della tavolozza di Roberta: laddove campeggia un trionfo di divertita, gioiosa, eversiva, dirompente, seducente ironia.
Edoardo Varini
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